a cura di M. Antonietta DIONISI

Giugno 2020

LA BOTTEGA DELL'ARTE

COSA C'ERA SOTTO LA MASCHERA?

arte, artigianato

(di M. Antonietta Dionisi) E' accaduto tutto all'improvviso, come un terremoto che non ti dà nemmeno il tempo di rifugiarti sotto un tavolo, spiazzati, senza punti di riferimento, chiusi faccia a faccia, in una convivenza forzata, quando eravamo abituati ad incontrarci di fretta, tra un impegno e l'altro. Praticamente nudi, senza più la maschera invisibile che copriva la vera essenza delle nostre vite e ci dava sicurezza, tutti insieme, vicinissimi ma lontani, ora siamo qui a raccogliere i pezzi di questo vaso rotto e cercare di farne cosa nuova dando risalto alle crepe, come si fa con il decoupage, come ho fatto con qualche cliente: evidenziare il difetto e farne un pregio.
Se l'anno scorso, decorando uova di Pasqua e ghirlande primaverili, mi avessero detto che mi sarei trovata, a bottega chiusa, a preparare metri e metri di elastico e stoffe da spedire per confezionare mascherine protettive, avrei consigliato di non bere che fa male. Ora ne vediamo di tutti i colori, chirurgiche, fai da te, griffate (in nome di un distinguo sociale un po' fuori luogo) coprire la nostra espressività, oggetto tanto necessario quanto disdegnato dai più; solo gli occhi, il nostro specchio interiore, quelli ora parlano per noi, raccontano la paura di un futuro incerto.
Cosa resterà, in là nel tempo, del nostro confinamento, davvero dimenticheremo tutto, davvero torneremo isolati nella massa, persi dentro un aperitivo la cui privazione tanti ha mandato in crisi di astinenza, quando fino a poco fa, per una volta ci siamo sentiti un popolo unito, cantando dai balconi e agitando Tricolori? Abbiamo fatto scorta di cibo, di libri, di colori per sentirci più sicuri, abbiamo vissuto collegati da casa con il mondo, seguendo bollettini quotidiani di questa battaglia contro uno sconosciuto; improvvisamente la pubblicità ci ha riportato nel chiuso delle nostre case, a ritmo lento. Siamo diventati insegnanti, cuochi, giardinieri, abbiamo coltivato orti sui nostri terrazzi, intanto una buona fetta di noi si laureava in virologia, in economia, scienza e tuttologia e tutti scalpitavamo dietro le griglie di partenza, in attesa del “pronti, partenza...via!”
In punta di piedi e con timore ho riaperto la porta del mio adorato mondo, come se venissi da un altro pianeta. Il primo impulso è stato di fuggire e rinchiudermi a casa: quanta la fatica per chiudere gli occhi e respirare, annusare il profumo di quella parte di me che tanto mi era mancata. Ci eravamo mancati tanto, io e i miei clienti, che ora, attenti alle nuove regole di comportamento, mi spingono alla ripartenza e, anche se sarà durissima, ci metterò tutte le mie forze. Magari ci scherzeremo su, scegliendo che mascherina cucire, un modo anche questo per dare un tocco di colore alle nostre giornate. Per ora copriremo le nostre bocche, finalmente dovremo alzare gli occhi per guardare cosa c'era sotto la maschera.

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