a cura del Comitato Piana Reatina - Gruppo Salviamo Viale Maraini - In occasione del convegno "C'è un'alternativa ai sottopassi in città? Parliamone", organizzato dal Comitato Piana Reatina-Gruppo "Salviamo Viale Maraini" e svoltosi presso La Sala dei Cordari lo scorso 20 novembre, alcuni esponenti di associazioni e forze politiche hanno voluto far pervenire un messaggio scritto ai lavori dell'assemblea, mentre altri vi hanno partecipato.
A nome dell'associazione Uniti per Rieti, Andrea Sebastiani ha trasmesso una nota in cui afferma: "Come gruppo civico siamo e saremo al fianco di tutti coloro che si oppongono alla realizzazione del sottopasso, non per mera pretestuosità, ma perché la riteniamo un'opera inutile senza l'adozione di un puntuale piano del traffico. A maggior ragione oggi che si torna, dopo ormai cinque anni dalle elezioni scorse, a parlare della riqualificazione dell'ex Zuccherificio. L'associazione Uniti per Rieti sarà dalla parte di coloro che condurranno questa battaglia nell'interesse dei residenti e delle attività commerciali".
A sua volta, Vincenzo Di Fazio (segretario PD città di Rieti) ha voluto esprimere le seguenti considerazioni: "Il vostro incontro tocca un argomento che sta molto a cuore al Partito Democratico reatino e che affronta un problema che, a differenza di quanto qualcuno voglia far credere, potrebbe incidere e condizionare lo sviluppo e la quotidianità della nostra città. La nostra contrarietà a ipotesi che portino alla distruzione del viale Maraini, che abbiamo già avuto modo di esplicitare e rendere pubblica, non è assolutamente ideologica, tant'è che abbiamo colto con grande favore ed entusiasmo il dibattito che il vostro Comitato ha aperto. La nostra città ha ancora ben visibili e, purtroppo, soffre ancora delle ferite inferte dalle scelte che le vecchie amministrazioni, pur sempre riconducibili alla medesima guida di quella attuale, hanno preso senza mai coinvolgere cittadini e operatori economici. Negli ultimi trent'anni, a parte la breve parentesi della giunta di centrosinistra, il tessuto urbanistico di Rieti è stato aggredito e stravolto da scelte calate dall'alto, senza il benché minimo coinvolgimento delle persone che avrebbero subito il peso e le conseguenze di quelle scelte: lo sviluppo illogico di alcuni quartieri cittadini, l'ingresso del parcheggio coperto che ha rovinato per sempre viale Morroni, le piazze Oberdan e Mazzini sono gli esempi più evidenti e più vicini di quello di cui stiamo parlando. Al di là delle differenti posizioni che si possono avere, è dovere delle istituzioni quantomeno ascoltare le ragioni dei cittadini soprattutto in una fase in cui le scelte sono ancora da compiere. Realizzare tre sottopassi in pratica nel centro della città potrebbe cambiare il modo di vivere Rieti per gli anni a venire e tale scelta non può essere presa dentro qualche ufficio tecnico della Capitale o di chissà quale tecnico che lavora in smart working, o demandata a tecnici delle ferrovie che hanno visto la nostra città solo sulle cartine o su Google Maps. Una scelta del genere deve essere presa ed eventualmente spiegata coinvolgendo e facendo partecipe la gente, come state facendo voi. Oggi è all'esame di chi governa la città la possibilità di stipulare una convenzione per la progettazione di soluzioni atte ad eliminare i passaggi a livello, derubricati, da questa amministrazione, a sottopassi, tra cui quello di viale Maraini. Chiediamo che chi amministra la città prenda l'occasione per inserire, nella convenzione, la richiesta di esecuzione di una progettazione alternativa che salvaguardi il nostro viale, essendo questa la evidente volontà popolare. Per questo vi ringrazio e vi rinnovo il mio rammarico per non poter essere lì con voi ad ascoltare le vostre ragioni, ma vi assicuro il pieno appoggio e supporto in questa battaglia che non è solo di qualche residente o di qualche commerciante, ma è di tutta la città e che apre la discussione a una nuova visione complessiva della stessa, come anche il dibattito sullo spostamento della stazione".
"Il contributo che intendo portare è non sul merito, ma sul metodo", ha dichiarato Marco Giordani di Sabina Radicale, nel presenziare al dibattito che ha concluso i lavori del convegno. E ha aggiunto: "Non siamo qui per iniziativa RFI o perché il Comune l'ha presa, giustamente, in considerazione. Siamo qui perché, da parte del Comune, è mancato il coinvolgimento della cittadinanza, sia in termini di informazione sia di decisione partecipata. Non è certo il primo caso in cui decisioni prese a tavolino e attuate senza preavviso provocano "rivolte" o malumore. Di recente, le robinie di via dello sport, o la ciclabile di via de Juliis. Più anticamente, ricordo una frettolosa e laboriosa marcia indietro sulla viabilità davanti al cimitero. O l'esperimento di differenziata in centro. Che poi non è detto che fossero decisioni sbagliate. Ma quando vengono imposte e non spiegate, condivise, si genera contrapposizione. Non è però solo caratteristica della destra. Si dice che la sinistra abbia perso le elezioni per una inversione di marcia a via Vazia. O per il taglio del cedro al borgo. La partecipazione sarebbe quindi gradita ai cittadini e utile agli amministratori. Ma non è solo questo: di qui in avanti essa sarà necessaria. Stiamo entrando in un periodo di transizione ecologica ed energetica. Non si è forse ancora pienamente consapevoli di quanti interventi e in quanto poco tempo saranno necessari. E la famosa sindrome nimby ("non fatelo nel mio cortile", NdR) può essere superata solo con il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei cittadini. Anche perché questa transizione energetica porterà grossi impatti di carattere sociale. Basti pensare alla rivolta del gilet gialli, che si originò da un aumento di tasse sui carburanti per orientarne il consumo in questo senso. Qual è la situazione qui? La sinistra nella scorsa consiliatura istituì delle consulte, ma fu operazione abbastanza di facciata. La destra le ha cancellate con la scusa che gli immigrati avrebbero deciso per i reatini. La sinistra ha fatto un comunicato ed è finita lì. Gli istituti di partecipazione, declamati nello statuto approvato dalla giunta Emili sono poco adoperati: il referendum non è regolamentato. Questo Comitato ha usato la petizione, che formalmente non richiede neppure una risposta. Risposta che invece è ahimè arrivata, con Cicchetti che definisce la richiesta una protesta e addirittura minaccia i promotori. Questo apre un'altra questione, che riguarda chi dovrà gestire eventualmente quest'affare con RFI. Nessuno tra amministrazione e staff è in grado di consigliarlo o tenerlo a bada, che sia sull'acqua per l'industria farmacologica, o per la droga nel Velino, o per le minacce ai cittadini. Il che pone perplessità sulla capacità della classe dirigente attuale di fronteggiare le sfide che ci attendono e in primis quella, ripeto, di un coinvolgimento dei cittadini nelle scelte".