a cura di Ileana TOZZI

Novembre 2024

STRADA FACENDO

LA PIAZZA E IL SAGRATO

di Ileana Tozzi - Le festività pasquali sono state l’occasione per la riscoperta di un palinsesto pittorico di straordinaria importanza per la storia dell’arte locale, mirabilmente restaurato dal cantiere diretto da Martina Comis presso la basilica minore di Sant’Agostino.

La comunità reatina degli Agostiniani si costituì nel 1252, proprio quando il Comune stabiliva l’allargo, l’intervento urbanistico che trasformò radicalmente l’assetto della città, fino ad allora arroccata sull’arce e destinata a stratificarsi un secolo dopo l’altro sulle vestigia del passato.

Anche per l’Ordine nascente era una data singolare, intermedia tra il primo riconoscimento del 1244, che aveva autorizzato l’unione delle comunità della Tuscia, e la Magna Unio del 1256, che riconosceva la fusione tra le molteplici esperienze degli Eremitani.

Si confermava così la natura che connota il Duecento, un secolo dai grandi fermenti, per la Chiesa universale e per la città di Rieti, le cui sorti s’intrecciarono indissolubilmente attraverso la presenza della Curia papale con Innocenzo III, Onorio III, Gregorio IX, Niccolò IV ed infine Bonifacio VIII, prima che la cattività avignonese stravolgesse le sorti di questo lembo del Patrimonio di San Pietro che alla metà del secolo sembrava avere acquisito una sua sicura rilevanza.

Era dunque un grande cantiere, la città del 1252, che da oriente a occidente si protendeva verso la pianura. E proprio nei pressi della piazza disegnata intorno alla prima fonte pubblica della città, su cui s’affacciavano i palazzi pubblici, gli Agostiniani fondarono chiesa e convento, con l’ampio sagrato come una piazza di terra battuta, simile a quella dell’affresco più antico in cui Sant’Agostino accoglie i suoi seguaci mentre dall’alto dei cieli la mano di Dio si protende a benedire l’Ordine nascente.

Questa originale immagine è restituita dalla parete a cornu Epistulæ su cui anonimi artisti di buona scuola dipinsero due raffinate Madonne in maestà assise su troni incrostati di marmi, i santi e le sante tra i  più cari alla devozione popolare, la Maddalena e il Cristo risorto in veste di pellegrino, icone sacre di indubbia suggestione, sovrapponendosi quasi ad impetrare grazia per i committenti che, una generazione dopo l’altra, s’impegnarono a dotare la chiesa degli Agostiniani.

Ma la scena più struggente e più curiosa è quella del paralitico trainato sul suo carrettino che tanto assomiglia ad una sedia a rotelle grazie alla generosa dedizione di un uomo, certo l’adepto di una confraternita, una tra le tante promosse e tutelate dagli Ordini Mendicanti.

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