Aprii la porta e all’improvviso mi ritrovai in quell’immenso spazio. Il salto fu duplice: ne risentirono la vista e l’udito. La visuale di centinaia di ragazzi su quei gradoni mi assalì in tutta la sua imponenza. Il brusio completò l’effetto. Un brusio che al mio ingresso lentamente si smorzò…non per me, ma per il professore che mi accompagnava. Quel professore - titolare della cattedra di Management alla Facoltà di Economia de La Sapienza - mi aveva telefonato un mese prima: “E’ un po’ che la seguo: vorrei averla tra i miei docenti. Mi interessano strumenti e approcci didattici nuovi, in grado di aprire la mente ai ragazzi, fargli apprezzare la forza delle contaminazioni per essere innovativi. Oggi, e ancora di più nel futuro, vince chi sa essere multidisciplinare.” Era il 2012. Dissi di sì. Da allora, ogni anno tengo le mie lezioni, via via in più facoltà e più sedi.
Accadrà anche quest’anno, lungo l’interno mese di novembre. E’ sempre un’emozione. L’emozione ad esempio di ritrovarsi nella prestigiosa aula magna Ezio Tarantelli de La Sapienza. Più di 800 posti a sedere.
Ora che ci penso, in questa rubrica mi è capitato diverse volte di condividere momenti personali particolarmente intensi.
Ebbene, quei momenti hanno una caratteristica in comune: sono tutti il risultato di contaminazioni tra mondi e interessi diversi. Portare la magia in un “tempio” del sapere come quella facoltà e quell’aula: chi poteva immaginarlo?
Ma riflettiamo: come è stato possibile? E’ stato possibile grazie alla “fusione” delle cose che più mi appassionano: l’illusionismo, il management, condividere conoscenza, scrivere. Attenzione: ora sembrano risultati scontati, quasi ovvi. Ma lo erano quando tutto doveva ancora cominciare? Assolutamente no! Non era scontato che avrei scritto (e qualcuno avrebbe pubblicato!) il primo libro a tema management e magia fusi insieme, ad esempio!
E così arriviamo al secondo fattore decisivo: non è sufficiente essere appassionati di qualcosa per avere assicurato il successo; occorre puntare all’eccellenza in ciascuno dei campi di interesse. Quel docente (e dopo di lui, altri) mi chiamò non perché ero un mago (ce ne sono molti altri), né perché ero un esperto di management (ce ne sono tantissimi in giro), ma perché contemporaneamente padroneggiavo questi due campi ad un livello degno di attenzione. Ricordo un giovane ragazzo, ad uno dei convegni magici di Bologna. Alzò la mano e chiese: “Come posso trovare qualcosa di nuovo per i miei spettacoli?”
Ovviamente la risposta avrebbe meritato ore di approfondimento. Io avevo solo un minuto. Lo guardai e gli chiesi: “Quali sono i tuoi interessi, oltre la magia?” “L’informatica e la musica”, rispose.
“Bene, allora trova il modo di mettere insieme tutto questo!” Me la cavai in 30 secondi… Tre anni dopo si esibiva in un concorso magico, trasformando l’immagine di un colomba apparsa nello schermo di un PC in una colomba in carne e ossa.
Quindi, non dimenticate: multidisciplinarità e approfondimento!