di Maurizio Festuccia - Un argomento quanto mai d’attualità e per il quale aumenta la curiosità da parte delle famiglie ed aziende reatine. Abbiamo chiesto a Pietro Maglioni della Ri-Tec di condurci per mano in questo mondo:
“Prima di ogni altra cosa contattare la persona specializzata nel settore e chiedere il maggior numero di informazioni, l’esperto del settore può dare una grande mano a comprendere ciò che realmente serve.
Ad oggi abbiamo sistemi che possono arrivare ad un 95/96% di abbattimento dei costi di bolletta, sia essa relativa all’elettricità che al gas.”
Chi procede ai calcoli necessari ed alla presentazione delle domande agli enti preposti?
“Per ciò che concerne il nostro servizio, consegniamo l’impianto ‘chiavi in mano’. Tutte le domande sono da noi inoltrate direttamente complete della documentazione necessaria, il cliente non deve preoccuparsi assolutamente di questo aspetto.
Gli enti a cui ci rivolgiamo sono l’Enel, il GSI (Gestore Servizi Elettrici) e Terna-Gaudì (Gestione Anagrafica Unica Degli Impianti).
Nell’ultimo periodo le tempistiche per svolgere questa pratica si sono notevolmente allungate a causa della mole di lavoro derivante dall’entrata in vigore del Superbonus 110%.
I tempi per ottenere il definitivo nulla osta a poter mettere in pratica l’impianto sono, in finale, relativi a due procedure: la ‘semplificata’ e la ‘normale’. La prima ha un’attivazione in media attorno ai 2 mesi, sempreché non emergano problematiche legate ad errori e/o modifiche che l’Enel stessa deve apportare ai cavi verso le sue reti. Per la seconda, ad oggi, arriviamo dai 4 anche agli 8 mesi di attesa.
Una famiglia, o un’azienda, quali requisiti dovrebbe avere per l’installazione di un impianto?
“Non occorrono grossi requisiti. Prima dell’installazione del pannello si procede con un sopralluogo per verificare che tutto risulti essere a norma per la messa in opera ed il carico di circa 8 kg al mq (facilmente sostenibili da qualsiasi tetto). Si constata l’ampiezza dell’area fruibile e, di conseguenza, si decide insieme al cliente il da farsi. Ritengo sia sempre meglio un piccolo impianto che niente, per vedere i frutti del risparmio anche a breve termine. Si possono anche realizzare delle pensiline, delle strutture, degli impianti a terra ma, per una normale abitazione, il tetto resta comunque sempre il supporto più ‘comodo’, affidabile e meno invasivo anche sotto il profilo del decoro urbano.
Benché la tecnologia ad oggi abbia fatto notevoli passi avanti, realizzando pannelli sempre più ridotti in dimensione, eroganti ugualmente la stessa capacità di energia dei grandi, sono del parere che il modello classico resti pur sempre il più affidabile e conveniente dato che, per potenza, siamo passati nel tempo dai 180 watt fino ai 560 watt erogati da ciascuno. Per cui: potenza raddoppiata ma grandezza del supporto rimasta invariata.
Si possono, pertanto, fare scelte diversificate per ottenere il massimo da un impianto fotovoltaico, in base alle esigenze ed alle scelte di ognuno.”
Una volta installato l’impianto, quanto tempo intercorre per essere attivo e connesso alla rete?
“In effetti, l’installazione dei pannelli richiede non oltre il giorno di lavoro, la procedura più macchinosa, invece non sempre chiarissima, è quella di attesa
Non può essere acceso ed utilizzato, fino all’autorizzazione ufficiale dell’Enel. Questo, fino al 2011/2012 non serviva e la funzionalità dell’impianto era immediata, non è più possibile, sebbene, accendendolo subito conclusa l’installazione, andremmo a ‘regalare’ corrente all’Enel stessa. La motivazione addotta è che il loro contatore dedicato allo stabile non è programmato per essere bidirezionale, e questo ‘dettaglio’ fa slittare notevolmente i tempi.”
Ha parlato di...’regalare energia’ all’Enel?
“Certamente, perché finché l’impianto non è autorizzato, se lo accendessimo non faremmo altro che regalare all’Enel la corrente prodotta, non essendoci ancora un regolare contratto con il gestore del servizio elettrico. Senza il contatore adeguato e senza possibilità di leggere l’effettiva erogazione, quel che si produce è, in sintesi... regalato. Una volta che tutto l’iter sarà terminato, ed ogni cosa regolarmente a posto, ci sarà l’autorizzazione ad accendere l’impianto. L’energia prodotta superiore a quella effettivamente consumata, va in scambio sul posto e, ad oggi, ci verrà pagata circa 5 centesimi a Kw, molto al di sotto di quella da noi comprata a circa 50 centesimi a Kw, incluse tasse in bolletta. Per meglio renderci conto di questi scriteriati aumenti in atto, facciamo presente che fino a poco tempo fa un Kw ci costava dai 14 ai 30 centesimi, praticamente raddoppiata! Questa forbice tra vendere ed acquistare energia elettrica è realmente troppo ampia ed il Governo, pare, stia cercando di rivedere questo evidente, enorme divario.”
Ci confessava di aver notato molta confusione ed ancora delle imprecisioni sul fotovoltaico.
“A differenza di quanto accadeva fino all’avvento del 110, quando quasi nessuno si interessava del fotovoltaico, ne’ un articolo, ne’ un servizio in tv, oggi, fortunatamente leggo sempre più spesso di questa tecnologia, purtroppo accompagnata da cattiva informazione. Dei politici hanno persino affermato che il fotovoltaico non accende nemmeno una lampadina. Ho letto di errori marchiani su come accendere un impianto, sui tempi di attuazione e le problematiche ad esso collegate o da chi deriverebbero le relative responsabilità... La crescita del fotovoltaico in questi 60 anni è sorprendente e la sua diffusione esponenziale. Le ricerche condotte sul silicio consentono la messa a punto di pannelli fotovoltaici sempre più performanti, accessibili e meno impattanti. I satelliti, ad esempio, vanno a fotovoltaico! A differenza di altre fonti di energia rinnovabili, il fotovoltaico e i pannelli fotovoltaici, in particolare, consentono a chiunque, e con un costo relativamente basso in rapporto ai benefici derivanti sul breve e lungo periodo, di rendere la propria abitazione autosufficiente dal punto di vista energetico, e di contribuire a quella transizione energetica a cui l’intera Europa mira entro il 2030”.
Quali sono i tempi di ammortamento della spesa iniziale di un impianto fotovoltaico?
“Se un impianto viene realizzato ad hoc, con un buon sistema di accumulo adeguato, i tempi di rientro per un investimento del genere, con i costi attuali della bolletta, sono di tre anni e mezzo/quattro, non di più. Esistono infine due tipologie di contratto per l’installazione di un impianto: nel primo, con detrazione fiscale, il cliente recupera il 50% in 10 anni oppure alcune società riconoscono il 50% di sconto in fattura, che alla fine dei conti non è mai reale ma si attesta attorno al 20/25% di sconto.”
(da Format set-ott 2022)