a cura di M. Antonietta DIONISI

Ottobre 2020

LA BOTTEGA DELL'ARTE

A VOI RAGAZZI

arte

(di M.Antonietta Dionisi)  Eccola tornare con un nuovo diploma tra le mani, sento il rumore della macchina salire, una piccola pausa ed eccola di nuovo in partenza, è sera, torna in laboratorio e farà ancora le ore piccole: una mamma, qualunque ne sia l'età, non potrà mai smettere di preoccuparsi del proprio figlio, anche se vede che le cose vanno bene; a maggior ragione quando lo vede incamminarsi su sentieri un po' fuori dall'usuale. Mi viene da pensare spesso ai ragazzi che sono passati in bottega in tutti questi anni; li ho visti bambini, curiosi girare tra questi scaffali, chiedere cose che potevano sembrare sciocchezze, li ho visti crescere insieme alle loro passioni, intuivo, man mano, che avrebbero inseguito traguardi difficili, lontani dalla nostra piccola provincia, dove resiste ancora il mito del posto fisso, dove ancora se sei fuori dagli stereotipi sei additato come “strano”. In più di tredici anni, c'è stato il tempo di seguire un poco più che bambino, regalare alla nonna dei piccoli affreschi in decoupage fatti da lui, decorare dei costumi da danza per gli spettacolini della sua scuola, crearne una sua, infine cominciare a calcare le scene come protagonista e andare in giro per il mondo. Ho ammirato la tenacia di ragazzi che magari si presentavano un po' “conciati” come si direbbe comunemente: vestiti strani, capelli di colori fantastici, non per moda, ma per una loro ricerca e lenta sperimentazione di materiali, colori, tessuti, gioielli, difficili a volte da accettare in famiglia, che li avrebbe portati a creare per altri: così, giorni fa è entrata una cliente che non vedevo da parecchio, le ho chiesto del figlio e mi ha detto che studia trucco scenico a Milano, lo sapevo che ce l'avrebbe fatta, mi è sempre piaciuto tutto ciò di strano che provavamo. Potrei citarne tanti, non ultima una ragazzetta minutina innamorata di tecniche decorative che da bambina dipingeva e cuciva pezzette colorate approdata al difficile mondo della haute-couture. In questo spaccato di crescita creativa, non certo privo di ostacoli, non li ho mai sentiti parlare di sacrificio, di rimpianti per le inevitabili rinunce, di fatica, di sconfitta. La macchina sarà ormai arrivata a destinazione, tra bozzetti e cartamodelli la mia ragazza sarà di nuovo immersa in ciò che domani dovrà essere consegnato, avrà avuto il tempo di abbracciare un attimo la sua piccola, magari con una punta di rimorso, ma avanti tenacemente. Inseguire i propri sogni, in un mondo dove tutto diventa “un attimo” sventolato sui social, un effimero successo momentaneo, un mordi e fuggi di malinconico edonismo, è ciò che dà sapore a quello che faccio tutti i giorni, è la spinta ad andare avanti per chi viene dopo di me, per chi cresce e vuole mettersi in gioco. Per questo devo un grazie immenso ai “miei ragazzi”, in fondo è come se fossero, per una minima parte, anche figli miei.

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